Solamente trent'anni separano la terza e definitiva edizione dei Philosophiae Naturalis Principia Mathematica di Newton (1720) dalla pubblicazione del primo volume dell'Encyclop�die di Diderot e D'Alembert, segno di una rivoluzione epistemologica che riguardava il ruolo e le forme dell'applicazione delle matematiche nelle scienze naturali. Una rivoluzione ormai compiuta e che aveva invaso anche territori dello scibile che non erano di sua competenza. Verso la met� del secolo, quando la meccanica di Newton aveva ormai ...
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Solamente trent'anni separano la terza e definitiva edizione dei Philosophiae Naturalis Principia Mathematica di Newton (1720) dalla pubblicazione del primo volume dell'Encyclop�die di Diderot e D'Alembert, segno di una rivoluzione epistemologica che riguardava il ruolo e le forme dell'applicazione delle matematiche nelle scienze naturali. Una rivoluzione ormai compiuta e che aveva invaso anche territori dello scibile che non erano di sua competenza. Verso la met� del secolo, quando la meccanica di Newton aveva ormai colonizzato gli studi di fisica anche sul continente, si manifest� infatti una nuova faglia all'interno della comunit� degli stessi studiosi di fisica. La questione nasceva dal fatto che molti studiosi di filosofia naturale avevano cominciato ad attribuire una sorta di potere conoscitivo ai metodi matematici e cercavano di applicarli in ambiti scientifici impossibili da formalizzare, o che non lo erano ancora.
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